Monte Ararat - Ascesa all'Ararat - Salita al Monte Ararat (Agri Dagi) - Climb to Ararat
Mt. Ararat ascent details - Turkey: Mount Ararat (Agri Dagi) - mountaineering in Turkey
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ARARAT 2003

(AGRI DAGI '03)

SCHEDA TECNICA - ASCESA ALLA VETTA - INFORMAZIONI GENERALI - COSTO


Il Monte Ararat è un vulcano estinto situato sull'altopiano dell'Anatolia ai piedi della città di Dogubeyazit,
nell'estrema parte orientale della Turchia al confine con l’Iran e l’Armenia.
La sua vetta tocca i 5.165 m. ed è nella sua parte sommitale ricoperta da ghiacciai e nevi perenni
(vedi foto sotto).
A lato della vetta principale si erge un cono secondario detto "Piccolo Ararat" (a sinistra del primo nella foto sottostante).
Il "Vecchio Testamento" cita il Monte Ararat come il luogo dove si sarebbe deposta l'Arca di Noè dopo il Diluvio Universale.
Questa montagna è chiamata dai turchi Agri Dagi.

Foto satellitare

Mappa Turchia. Cliccare per ingrandire Ascesa Mt. Ararat. Cliccare per ingrandire Area Ararat. Cliccare per ingrandire.

(fermarsi e cliccare su mappe e foto per descrizione e ingrandimento)



SCHEDA TECNICA

  • Altezza: 5.165 s.l.m. , talvolta riportata la quota di 5.137 s.l.m.
  • Difficoltà: Grado D (difficile).
    Il sistema francese di valutazione dei gradi di difficoltà su ghiaccio indica 7 livelli (in passato solo 6). Il "D" è quello intermedio e quindi facilmente affrontabile da ogni alpinista allenato. Questa classificazione è da considerarsi puramente indicativa.
  • Ubicazione: Turchia - Anatolia Orientale (prossimo al confine iraniano e armeno)
  • Aeroporti di accesso: Van o Erzurum via Istanbul o Ankara.
  • Città di accesso: Dogubeyazit (1950 m.)
    Dogubeyazit è collegata tramite pullmann da turismo con Ankara. Il tragitto può essere diretto o frazionato come uno meglio crede.
    La stazione dei bus di Ankara e strutturata come un moderno aeroporto. Chedere e richiedete a tutte le compagnie orari e prezzi. Il servizio è generalmente buono ma può capitare che queste si subappaltino i posti in caso di surplus o carenza di utenza con conseguente ritardo e rinegoziazione dei posti per la clientela. In questo caso la logica del prezzo minore non paga.
  • Località di partenza dell'ascesa: villaggio di Elikoy (2.250 m.)
    Questo polveroso villaggio curdo si trova a circa 15 km. a est di Dogubeyazit. La strada è inizialmente quella per il confine iraniano, ma dopo circa 5 km si devia a sinistra. Da qui la strada inizia a risalire le pendici dell'Ararat.


    ASCESA ALLA VETTA

    La seguente salita è stata effettuata da Stefano, Luigi e Fabio tra l'8 e l'11 agosto 2003

    (fermarsi e cliccare sulle foto per descrizione e ingrandimento)
    Accampamento curdo. Cliccare per ingrandire Verso il villaggio di Elikoy. Cliccare per ingrandire Trasporto equipaggiamento

  • 1° giorno: Elikoy (2.250 m.) - Campo Base 1 (2.900 m.) mappa
  • 2° giorno: Campo Base 1 (2.900 m.) - Campo Base 2 (4.200 m.) - Campo Base 1 mappa
  • 3° giorno: Campo Base 1 (2.900 m.) - VETTA (5.165 m.) - Campo Base 2 (4.200 m.) mappa
  • 4° giorno: Campo Base 2 (4.200 m.) - Elikoy (2.250 m.) mappa

    Primo giorno: da Elikoy al Campo Base 1 mappa
    A est di Dogubayazit (1.950 m.) presso il villaggio di Elikoy (2.250 m.) inizia il trek per il Campo Base 1.
    Dalla polverosa piana di Dogubeyazit non sempre è possibile vedere nella sua imponenza il Monte Ararat, questi infatti ha la fama di essere perennemente avvolto dalle nuvole e ricoperto dalla foschia dovuta al clima afoso. A noi capitò esattamente il contrario, fummo così fortunati da non vederlo mai velato.
    Il trek "inizia" dirigendosi in macchina in direzione del confine iraniano, fermandosi dopo circa 4 Km. al Jendarma Komando (Caserma dell'esercito) per espletare le ultime pratiche burocratiche (vedi sotto a "informazioni generali"): presa visione delle generalità da parte dei militari degli alpinisti che si accingono a salire la vetta, richiesta del gruppo sanguigno e recapito telefonico in Italia. Tutto senza fretta e con l'immancabile offerta di tè.
    Lasciata la caserma si svolta dopo poco a sinistra seguendo una polverosa strada sterrata, si attraversa quindi un depresso paesino curdo per poi proseguire guadagnando quota fino a giungere all'altrettanto povero villaggio di Elikoy (2.250 m.). Qui un gruppo di curdi con i muli e cavalli sono in attesa degli escursionisti. Mercanteggiato il numero degli animali necessari si parte.
    A questo punto si può o seguire la vecchia strada militare che portava all'accampamento militare, ora campo base alpinistico, che sale dolcemente percorrendo una serie di zigzag, o precedere con dei tagli facendo più o meno definiti sentieri.
    L'acqua è quasi assente, quella poca che c'è è improponibile. Il paesaggio è inizialmente dato da dune laviche ricoperte d'erba. I dislivelli sono modesti. Lungo la salita si incontrano accampamenti curdi di alcune tende, ovini al pascolo e bambini che vendono yogurt (aran), manufatti di lana e bamboline di stoffa e legno.
    Dopo circa 4 ore si giunge al Campo Base 1 a quota 2.900 circa, ubicato su un pianoro dal fondo erboso (tenuto sempre tosato dai cavalli) ottimo per campeggiare. Molte le tende, la "toilette" è dove capita.
    L'organizzazione ci prepara tè, biscotti, zuppa, insalata di verdure, ecc.
    Portatevi almeno 2 litri di acqua. La salita (se siete fortunati) viene fatto sotto un sole rovente e non c'è un albero. Il sentiero è prevalentemente su terreno polveroso - sassoso - lavico e a volte su manti erbosi in prossimità degli accampamenti curdi.
    La guida durante la salita telefona per 2 volte al Jendarma Komando per riferire che tutto procede bene (per gli irriducibili del telefonino sappiate che c'è campo per telefonare anche in vetta!).
    L'acqua dal campo base dista circa 10 - 15 minuti (così almeno ci dicono), viene quindi potabilizzata o bollita facendo il tè. L'aspetto è decisamente poco invitante.
    In agosto al Campo Base 1 il sole tramonta alle 19:00. Giorno assolato e caldo, notte sui 10°.

    Campo Base 1. Cliccare per ingrandire Curdi al Campo Base 1. Cliccare per ingrandire Ararat dal Campo Base 1. Cliccare per ingrandire

    secondo giorno: salita al Campo Base 2 e ritorno mappa
    Classica escursione di acclimatamento.
    Il sole arriva sul Campo Base 1 alle 6:45 ed è subito caldo. Colazione con marmellata, pane, tè, pomodori, cetrioli, paté di olive, ecc.
    La strada sterrata del primo giorno lascia posto ad un sentiero. Lungo il cammino, dopo circa 2 ore e mezza, si giunge ad un rigoglioso ruscello da scioglimento (quota 3.900 circa) dove è possibile fare rifornimento di acqua buona. Il sentiero è polveroso e sassoso e procede a zigzag fino al Campo Base 2 a quota 4.200. In 3 ore e mezza ci si arriva in tranquillità. Da qui vista sul Piccolo Ararat. Le piazzale sono ricavate sul versante della montagna e sono dotate di muretti in pietra.
    La salita (e sopratutto la discesa) non necessita uno scarpone da trekking pesante, ma sicuramente di una scarpa che vincoli la caviglia in modo da evitare facili storte.
    In un ora e mezza si scende nuovamente al Campo Base 1.
    Cena alle 18:00 con pasta e insalata di verdure.
    Il Campo Base 1 è ora pieno di alpinisti turchi, ma anche iraniani, spagnoli, tedeschi. Italiani nessuno.
    Dopo 2 giorni la sabbia è ovunque. Portatevi delle salviette perché la possibilità di lavarsi è limitatissima, i ruscelli che arrivano al Campo Base 1 sono in questo periodo in secca
    Giorno assolato e caldo.

    Trasporto materiale al Campo Base 2 Campo Base 2, vista del Piccolo Ararat Luigi e Stefano dal Campo Base 2. Foto Luigi

    Terzo giorno: salita alla Vetta e ritorno al Campo Base 2 mappa
    ATTENZIONE: L'idea iniziale era di salire al Campo Base 2 e qui sostare fino alla salita da farsi per il giorno successivo.
    Partiamo verso le 9:00, alle 10:30 siamo al ruscello d'acqua del giorno precedente e in breve raggiungiamo il Campo Base 2, il quale è però interamente occupato per la concomitante presenza di un grosso gruppo che scende dalla vetta ed uno che sale.
    Ci disponiamo perciò un poco più a valle, a quota 4.150 circa, in piazzole disposte sul versante della montagna. L'area è un poco defilata e poco visibile salendo il sentiero.
    A questo punto, su pressione di Luigi e consultata anche la guida (che avrà pensato: <<"prima torno a casa e meglio è!">>) si decide di tentare la vetta.
    Partiamo quindi alle 12:30 e alle 13:00 siamo a quota 4.300 m. (con piacevole sorpresa ci sono cartelli altimetrici ogni 100 metri di dislivello).
    Alle 16:30 siamo a 4.600 m.: il sentiero è detritico, a blocchi lavici e sassi; la progressione è lenta e a tratti a balzi.
    Dai 4.700 m. il sentiero migliora diventando di ghiaia lavica. Continua la vista sul Piccolo Ararat e sul sottostante Campo Base 2 e altopiano anatolico.
    A 4.950 m. circa finisce il sentiero e inizia il ghiacciaio. Mettiamo i ramponi, la corda non serve e utilizziamo la piccozza come bastone. Finora si è saliti senza guanti, ma adesso sul nevaio la temperatura cambia drasticamente.
    Dopo poco si raggiunge senza difficoltà, ma non senza fatica, il cartello abbattuto dei 5.000 metri ed è un grande conforto psicologico sapere che mancano meno di 200 metri alla vetta. Questa infatti si erge repentina davanti a noi, da farmi sembrare il cammino ancora mancante tutt'altro che agevole (che stanchezza!).
    Quest'ultimo balzo è infatti a prima vista ripido, ma si affronta tranquillamente con 2 zigzag di nessuna difficoltà se non fosse per il forte vento, la fatica e la quota.
    Raggiungiamo la sommità alle 17:30 dopo 4 ore e mezza dal Campo Base 2.
    Dalla cima si spazia a 360° su Turchia, Iran e Armenia, sull' immenso arido e brullo altopiano anatolico, sul Piccolo Ararat e sul ghiacciaio circostante. Sulla vetta l'immancabile bandiera turca e una targa che celebra la prima salita sull'Agri Dagi di un disabile.
    Si ritorna presto sui nostri passi, sia per la tarda ora, sia per il freddo. La discesa non è delle più agevoli e non è da sottovalutare, il sentiero è reso insidioso dal materiale detritico.
    Alle 19:15 siamo al Campo Base 2, il sole è appena tramontato. Alle 19:30 arriviamo al nostro campo base a quota 4.150 m. con le ultime luci. La guida telefona ai militari per confermare che tutto è andato bene. Mi addormento senza neanche mangiare.
    IMPORTANTE: quello che abbiamo fatto è stato un azzardo, una imprudenza che poteva costarci caro se qualcosa fosse andato storto. Sconsiglio vivamente di ripeterlo, anche perché è una bella massacrata.

    Lungo la salita, il Piccolo Ararat Sentiero a quota 4500 m. - Vista sul Campo base 2 Nevaio sommitale

    Quarto giorno: ritorno a Elikoy mappa
    Con molta tranquillità facciamo colazione, ripieghiamo le tende e discendiamo con "baldanza" fino al villaggio di Elikoy in circa 3 ore e mezza. Anche oggi le condizioni meteo sono splendide.
    A Elikoy ci aspetta il camion che ci riporterà all'Otel ERTUR (fax 0472 - 311 51 95) di Dogubeyazit.

    Inizio nevaio sommitale Arrivo in vetta Veduta dalla vetta

    Quinto giorno
    In condizioni normali la salita necessità di 5 giorni.

    Il Piccolo Ararat dalla vetta la "Vetta" Mattina 4° giorno al Camp Base 2


    INFORMAZIONI GENERALI

  • Documenti
    Il Passaporto in corso di validità (il visto di 10 euro viene ottenuto alla frontiera) e permesso alpinistico che deve essere ottenuto dalle autorità turche.
  • Organizzazione
    QUESTO E' IL VERO PROBLEMA che può essere risolto seguendo un iter burocratico lunghissimo (quello seguito da noi) o un "rito abbreviato" (di cui siamo venuti a conoscenza solo sul posto).
    1) ITER BUROCRATICO: muovetevi con largo anticipo, per avere i permessi servono 2 mesi o meglio 3. Dovrete recarvi alla Ambasciata turca di persona (o almeno uno del gruppo) compilare un modulo in triplice copia con le generalità dei partecipanti, intenzioni, ricordandovi di specificare che volete salire l'Agri Dagi e non l'Ararat (per motivi politici i turchi non gradiscono questo nome. A causa di questo inconveniente la nostra pratica è stata ferma finché uno di noi non è tornato a riscrivere il tutto). Inoltre dovrete allegare una lettera in cui vi autoreferenziate circa le vostre capacità alpinistiche e fotocopia della tessera CAI (tranquilli ...non pretendono che sia bollata con l'anno in corso!). Tutto questo verrà inoltrato dall'Ambasciata turca al Ministero della Cultura di Ankara, il quale deciderà sulla vostra "idoneità". A questa pratica verrà assegnato un numero di protocollo a cui dovrete sempre fare riferimento. Se tutto fin qui è andato bene il Ministero della Cultura di Ankara inoltrerà il vostro permesso alla Jendarma Komando di Dobubeyazit a cui dovrete presentarvi per il vostro riconoscimento a inizio trek (vedi descrizione 1° giorno). Anche qui il vostro fascicolo sarà protocollato in base al numero, se ve lo dimenticate siete fregati!
    Teoricamente la cosa è organizzabile da soli ma una sorta di mano invisibile rende tutto ciò alquanto problematico (forse col tempo le cose miglioreranno). Il rivolgersi ad una delle tante agenzie in internet ( Middle Earth Travel - Explorer - Montagna e natura - Turchia.net) fa si che la pratica miracolosamente non si perda (non in senso assoluto, ma almeno non più di tanto) e serve a rendere il riconoscimento alla Jendarma Komando una formalità. Noi ci siamo rivolti alla Middle Earth Travel: ottimo il servizio ma decisamente caro: 610 euro per gruppo inferiore a 4 ; 510 euro per gruppo superiore a 4 (prezzi 2003).
    2) ITER ABBREVIATO: la Dogubeyazit Turismi Gelistirme Koop, meglio conosciuta come Tour Center (e.mail) organizza 2 tipi di pacchetti:
    a) 250 dollari (nel 2003 valeva di più la moneta americana dell'euro): 5 giorni, trasporto a Elikoy e ritorno, 1 guida, muli o cavalli necessari e cibo incluso.
    b) 150 dollari: 5 giorni, trasporto, 1 guida e bisogna essere autosufficiente con il materiale e il cibo. Il gruppo in generale deve essere di 8 persone, ma in oriente tutto è molto negoziabile (senza insistere ce lo facevano anche per 5).
    Informatevi ed accordatevi per avere un giorno extra in caso di brutto tempo.
    Lungo la salita abbiamo avuto modo di vedere diversi escursionisti salire in semi-autonomia, ovvero senza animali e con una guida del posto. Sembra quindi che il "Tour Center" riesca a bypassare le formalità facendo diventare la cosa molto più economica e leggera.
    Questo secondo "iter" che bypassa i canali istituzionali non ci è stato venduto come illegale (dialettica levantina), ci è stato solamente detto che stava a noi scegliere tra l'ipotesi di aspettare 1 mese o partire l'indomani. Informatevi, sperando che la e.mail non sia cambiata, se c'è ancora questa possibilità.
    Inoltre organizzare la salita sul posto senza vincoli di date stabilite, permetterebbe di scegliere il momento meteo più propizio.
  • Equipaggiamento e preparazione
    Qualche consiglio sempre valido potrete trovarlo sulla pagina dell'Elbrus. Circa la salita all'Ararat ho trovato in un sito questa indicazione: <<La sveglia è alle ore 02.30 e inizio salita alla vetta alle ore 03.30>>. La cosa mi sembra alquanto immotivata in quanto il ghiacciaio non ha problemi di crepacci e quindi non vedo il perché di affrontare la salita in notturna. E' vero che non bisogna fare come noi, ma..."la virtù sta in mezzo".
  • Quotazione lira turca
    Agosto 2003: 100 milioni di lire turche = 61 euro
  • Guida turistica
    "Turchia" della EDT-Lonely Planet®
  • Problemi secessionistici e ciminalità
    Per quanto riguarda il problema PKK, la resistenza curda è stata domata dalla tradizionale "propensione al dialogo" del governo turco. La zona fino al 2001 era proibita agli stranieri, ma ora non ci sono rischi. Anche la criminalità è nulla.
  • Alberghi
    Otel ERTUR (fax 0472 - 311 51 95 / Tel. 0472 - 312 78 66) di Dogubeyazit
  • Da vedere
    A Dogubeyazit c'è da vedere il Ishak Pasa Sarayi (palazzo in stile selgiuchide, ottomano, georgiano, persiano, armeno) e presso il villaggio di Uzengili (a est di Dogubeyazit) il luogo dove si ritiene si sia posata l'Arca di Noè.



    Esterno del Ishak Pasa Sarayi a Dogubeyazit Interno Ishak Pasa Sarayi a Dogubeyazit Dove si possò l'Arca di Noè


    COSTO
    La salita descritta è stata parte integrante di un viaggio di 4 settimane in Turchia.
    Costo del "pacchetto ascesa" onnicomprensivo per 7 giorni
    (4 di trek e 3 da turisti a Van, Kars, Ani): 610 euro
    Tempo minimo necessario: 7 giorni