MONTE ELBRUS '99
(fermarsi e cliccare su foto e mappe per descrizione e ingrandimento)
Mappa regione
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Primo giorno:
da Azau (Terskol) salita al rifugio Priut 11 e notte alla Stazione Mir
Tre chilometri a monte di Terskol, in località Azau partono gli impianti per
il Monte Elbrus. Il primo troncone di funivia porta dagli iniziali 2.180 m.s.l.
di Azau, ai 3.000 m. del primo stop. La seconda seggiovia porta alla Stazione
Mir a quota 3.470 s.l.m. Costo delle 2 seggiovie 60 rubli a testa.
La stazione Mir consiste in un museo della 2° guerra mondiale e in un bar
aperto dalle 10.00 alle 16.00. Possibilità di mangiare e bere, ma non di dormire.
Decidiamo per acclimatarci di raggiungere a piedi la Stazione Garabashi a
quota 3.800 m. e successivamente quel che resta del Rifugio Priut 11 a quota
4.157, bruciato nell'estate '98 (aggiornamento agosto 2001: il rifugio
è ricostruito).
Totale tempo salita 2 ore e mezza.
Ritorno alla Stazione Mir per la notte. Dormito in tenda.
Non c'è acqua, necessario ottenerla sciogliendo la neve.
Se non temete problemi di acclimatazione meglio dormire alla Stazione Garabashi
dove sono posti una decina di containers cilindrici di colore rosso adibiti
ad abitazione o piantare la tenda in prossimità di questi. Abbondante acqua
da rivoli di scioglimento.
Giorno soleggiato e caldo.
(Mappa ascesa)(Mappa fotografica - 70 KB) |
secondo giorno:
salita e notte al Campo Base a 4.200
Prendiamo la seggiovia che porta dalla Stazione Mir alla Stazione Garabashi
a quota 3.800 m. Costo 40 rubli a testa. Rifacciamo in parte la salita del
giorno prima. Facile ascesa (non necessari, ma usati i ramponi) su nevaio
e ghiacciaio per 1 ora e mezza fino al Rifugio Priut 11 e di seguito fino
al Campo Base piazzato poco oltre il rifugio (4.200 m. circa). Acqua da scioglimento
in abbondanza.
A monte del Priut 11 sia a est che a ovest esistono 2 strisce di rocce laviche
dove è possibile piazzare le tende. Se queste piazzole sono piene, dovrete
accontentarvi di zone sulla neve. Portatevi cordini e picchetti a vite per
fissare la tenda. Il vento può essere terribilmente forte. Inspiegabilmente
nelle roccette a est è ufficialmente proibito campeggiare, con tanto
di scritte a spray sui sassi. Peccato perché sarebbero le migliori !
Sempre in questa zona esistono 2 piccoli bivacchi di emergenza, di cui uno
sempre aperto.
Tempo variabile tendente al peggioramento.
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Terzo giorno: bufera
di neve, rimasti in tenda a 4.200
Nella notte il tempo si gusta del tutto e inizia una tempesta di vento e neve
che durerà fino all'alba del 4° giorno. Intorno alla tenda se ne accumulano
circa 30 cm, in parte portata dal vento. Restiamo in tenda per un giorno e
2 notti.
In condizioni meteorologiche buone conviene raggiungere come allenamento e
acclimatazione le Rocce Pastukhov a quota 4.690 s.l.m. sulla via che porta
alla sella.
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Quarto giorno:
salita alla vetta e ritorno a 4.200
Le condizioni meteorologiche della notte ci fanno temere il peggio anche per
l'indomani, quindi non puntiamo nemmeno la sveglia. Grande sbaglio....perché
la mattina è splendida! Decidiamo anche se tardi di tentare la vetta, confortati
dal fatto che anche gli altri alpinisti sono nella nostra stessa condizione.
Partiamo alle 9.25 del mattino. Lungo il cammino che porta alla sella, paletti
di legno ad una distanza variabile sui 50 metri indicano la via più sicura.
Un aiuto che può rivelarsi di vitale importanza in caso di nebbia e nuvole
basse. Uso facoltativo dei ramponi (siamo gli unici ad utilizzarli) causa
neve fresca (10-15 cm.) Il pendio sale ripido, ma sempre camminabile, fino
alle Rocce Pastukhov (4.690 m.) calando di intensità man mano che ci si avvicina
alla sella a quota 5.354 m.s.l. (per quest'ultima talvolta è riportata la
quota di 5.230 m.). La sella è ben distinguibile per il fatto che ci si trova
in mezzo ai 2 picchi e per la presenza di un bivacco letteralmente collassato
sotto il peso della neve.
La fatica si fa sentire, ed è forse il momento più critico. L'aria è rarefatta
(la metà rispetto al livello del mare) ed obbliga a frequenti fermate per
ossigenarsi. Anche gli ultimi irriducibili, mettono i ramponi. Da qui parte
la traccia sia per il Picco Est (5.621 m.), che per il Picco Ovest (5.642
m.)
Per quest'ultimo si sale a metà costa, girando intorno al picco in direzione
nord fino a delle roccette. A questo punto un repentino cambio di pendenza
porta al pianoro finale. Da qui spiccano a 180° una serie di piccole guglie
di pochi metri, ma la più alta è l'ultima.
Un dislivello ulteriore di una decina di metri ci porterà sul Tetto d'Europa,
riconoscibile da un cippo ed una targa in alluminio, splendente al sole!
Dalla cima si gode una spettacolare vista ed una grande gioia!
Tempo di salita 6 ore. Arrivo in vetta alle 15.30.
Molta la fatica ma nessun malore da alta quota, probabilmente grazie ad un
buon acclimatamento iniziato già nel mese di luglio in Italia con tre 4.000
e all'utilizzo del Diamox 250. Discesa senza problemi al Campo Base in 2 ore.
Totale escursione 8 ore. Tempo splendido tutto il giorno. Doppia razione di
pasta (gnocchetti sardi ai funghi della Star - ve li consiglio!) e una meritata
dormita.
IMPORTANTE: Nessuna traccia di crepacci. Il seguire i paletti di segnalazione
rende la salita sicura. Non esistono reali difficoltà tecniche, gli unici
nemici sono la quota, la fatica e il tempo. Va considerato che la nostra ascesa
è stata fatta in condizioni ottimali di tempo e fondo nevoso. La nevicata
della notte precedente ci ha reso anche l'ultimo tratto facilmente percorribile
senza sicure. In caso di forte vento (cosa facilissima) e di neve ghiacciata,
assolutamente necessario imbrago, corda e piccozza (quest'ultima utilizzata
in questa occasione solo come bastone). Salendo, per rendervi conto di quanto
manca alla vetta, prendete come riferimento il picco orientale che è soltanto
21 metri più basso.
(Mappa ascesa)(Mappa fotografica - 70 KB) |
Quinto giorno:
dal Campo Base ad Azau (Terskol)
Sveglia tranquilla, affardellato lo zaino, ripiegata la tenda e discesa fino
alla Stazione Garabashi a 3.800, per prendere la seggiovia e le 2 cabinovie.
Non perdete il biglietto fatto all'andata! Tempo di discesa da 4.200 a 3.800:
3/4 d'ora. Una volta giunti ad Azau potrete scegliere se fermarvi in albergo
o prendere un taxi (50 $ per la tratta) o se siete fortunati un autobus (100
rubli) fino a Mineralnye Vody. Tempo splendido tutto il giorno.
(Mappa ascesa)(Mappa fotografica - 70 KB) |
Equipaggiamento e preparazione
Necessaria tutta l'attrezzatura da alpinismo: corda, imbrago, piccozza, ramponi,
ottimo vestiario.
Necessaria la tenda (l'unico rifugio in quota 4.157 s.l. m. è bruciato nell'estate
1998), un buon sacco a pelo
(la temperatura può abbondantemente andare sotto i -10°), viveri per più giorni
dei normali 4 o 5 necessari per la salita,
kit da campeggio per cucinare e capsule di scorta per il gas da portarsi tassativamente
dall'Italia o utilizzare fornello a benzina.
Per quanto riguarda l'acqua, potrete procurarvela o dai numerosi rivoli di
scioglimento del ghiacciaio o sciogliendo direttamente la neve. Inutile (visto
il contesto) la potabilizzazione.
IMPORTANTE: portarsi degli integratori salini (tipo POLASE) da diluire
nell'acqua da bere, che in quota è priva di sali minerali.
L'ascesa alla vetta non è tecnicamente difficile, ma non è un semplice trek.
Per i più pigri è anche possibile, pagando un gatto delle nevi, raggiungere
dalla Stazione Garabashi i 4.157 m. del bruciato rifugio Priut 11.
Da non sottovalutare il tempo che può variare rapidamente. L'ascesa può essere
tranquillamente affrontata anche da 2 persone senza supporto di guide e rifugi.
Nel caso uno voglia avvalersi di una guida potete chiedere in paese a Terskol
...ma dubito!
Terskol è soprannominata la "Chamonix del Caucaso", ma non fatevi ingannare......
io non sono riuscito a trovare una sola cartolina !!!
Consigliabile effettuare una serie di salite sopra i 4.000 s.l.m. nel mese
precedente e acclimatarsi 1 o 2 giorni, una volta giunti sul posto, prima
di iniziare l'ascesa. Nelle vicinanze dell'Elbrus è possibile fare ciò salendo
al Monte Cheged (semplice trek).
AGGIORNAMENTO AGOSTO 2001: Il Rifugio
Priut 11 è stato riscostruito. Riporto qui lo scritto di Antonio, un alpinista
che ha effettuato l'ascesa dell'agosto 2001: "Ne sono stati ricostruiti
ben 2 di rifugi, uno vicino al vecchio Priut e un altro circa 50 m. più a
monte, entrambi dotati di cucina a gas ma senz' acqua; il primo è il più grande
ma anche il più incasinato".
AGGIORNAMENTO AGOSTO 2003: da Daniele
"sono appena tornato dal viaggio in Caucaso che ho fatto seguendo
le indicazioni tratte dal tuo sito - devo dire che sono tuttora valide, anche
i prezzi sono cambiati poco rispetto a quelli da te indicati - c`erano pochissimi
turisti, praticamente nessun occidentale, questo per via delle notizie che
arrivano da quella zona - la situazione a me è parsa tranquilla, solo
qualche problema a Minvody per via dei numerosi controlli. Il volo Mosca -
Minvody ora è prenotabile dall`Italia al costo di 184 euro A/R, c'è
poi un servizio di pullman di linea da Minvody a Nalchik (partenza tutti giorni
alle 6,30 del mattino dalla stazione dei bus davanti all`aeroporto) - da Nalchik
a Terskol ci sono poi dei minibus che partono regolarmente, costo 30 rubli.
Al rifugio Priut 11 e` ora possibile dormire al costo di 50 euro a notte".
AGGIORNAMENTO MAGGIO 2004: da Ivan & Luigi -
"Le indicazioni del tuo sito sono ancora quasi tutte attuali,
ti mando solo alcune novità riscontrate sul "campo", eventualmente per aggiornare il tuo sito:
- Nella zona di Cheget sono stati costruiti numerosi nuovi alberghetti esteticamente molto belli rispetto al Cheget stesso.
- Noi eravamo al Volfram (Terskol) - 400r con cena e colazione - da cui si raggiunge tranquillamente a piedi Cheget, mentre è un po’ piu’ lunga fino ad Azau (meglio farlo in taxi).
- Impianti ancora tutti a 60 rubli a tratta, tranne la seggiovia per i Barrels che costa 40r.
- Sostare ai Barrels costa 250r a notte. Indispensabile salire qualche giorno prima per accordarsi con il gestore, viene comunque data priorità ai gruppi con guide russe (cosa che noi non avevamo!!!)
- Mineral Vody - Terskol in taxi ancora tra i 50/60$
- in questo periodo la tenda ai Barrels e più sù è veramente per "duri", il vento ed il freddo possono essere veramente snervanti…..
Dombay | Sochi |
Rapporto lira / dollaro ad agosto ' 99 = 1.925 lire x 1 USD
1 euro = 1936,27 lire
Per Mosca e Russia asiatica visita la pagina
Siberia.
Altre consigliabili pagine, ma questa volta in inglese, sono:
Enciclopedia
della montagna - Albo
delle presenze - Viaggio
organizzato
Per chi fosse interessato alla discesa scialpinistica dell'Elbrus,
questa è organizzata al costo complessivo di 3.300.000 lire (anno 2000) dalla:
Guida Alpina, Maestro d'alpinismo - Plamen Chopski
c/o Forba Viaggi, Via Ponte Vecchio n. 1 - 23030 S. Caterina Valfurva (SO)
tel. 0342 935489 - fax: 0342 925040 - cell.: 347 3233100 - e.mail
Programma di viaggio e calendario dell'ascesa: Caucaso 2000.