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Dalla moschea di Alì Pasha, punto di passaggio quasi obbligato anche se
si è dormito in centro a Sarajevo, andare in direzione opposta a quest'ulimo
(verso ovest) e in meno di 1 chilometro si raggiunge l’Holiday Inn e quello
che, durante la guerra balcanica, veniva chiamato il “viale dei cecchini”.
Il traffico è intenso e procedere sui larghi marciapiedi forse conviene.
Al km 8,5 consiglierei di seguire le indicazioni per Ilidza (se proseguite, come
ho fatto, seguendo le indicazioni per Mostar, al km 9 tenere la SX facendo attenzione
a non andare in autostrada!). Al km 10,3, poco prima di incrociare il fiume Bosna,
indicazione per il campeggio di Sarajevo. Al km 13, autostrada e E73 si congiungono
dando vita ad una superstrada, per fortuna, di soli 2 chilometri (ma sicuramente
in futuro saranno di più), per tornare poi all'aspetto iniziale di statale.
Segue un tratto pianeggiante fino al km 25, poi la strada prosegue con una pendenza
al 3-4% molto pedalabile. Al km 30 segue la discesa fino a Tarcin. Al km 38 circa,
inizia invece una salita al 7% che porta a valicare al km 41; segue quindi una
galleria illuminata di 650 metri in leggera discesa con marciapiede, seppur piccolo.
Sempre in discesa si passa dapprima al km 45,5 per Bradina, poi al km 47 per una
galleria non illuminata di 200 metri, e infine, con una pendenza massima del 9%,
si piomba su Podorasac (km 51). Bei paesaggi. La strada prosegue quindi in favorevole
dislivello raggiungendo al km 58 Konjic (se passate per il centro vedrete il nuovo
ponte in stile ottomano, in costruzione nel 2007). In sostanziale pianura procede
poi la tappa nel tratto che fianchegggia il lago artificiale di Jablanicko (al
km 62,5 un campeggio). Al km 65 galleria di 200 metri non illuminata, ma con marciapiede.
Dal km 71 al km 73 facile salita al 4%. Al km 74 galleria di 550 metri in leggera
discesa, illuminata e con ampio marciapiede. Altre 3 gallerie dal km 75, tutte
però bypassabili facendo la vecchia strada. Non evitabile invece quella
al km 78 di 800 metri, illuminata, in discesa e con ampio marciapiede. Segue quindi
la discesa a Jablanica che si raggiunge al km 80 (bel panorama dal ponte stradale
sulla sottostante Neretva e sui resti di quel che rimane del ponte ferroviario
fatto saltare dai partigiani titini durante il 2° conflitto). Al km 81 il
museo della guerra (consiglio la visita), che ripercorre la storia della Jugoslavia
dalla seconda guerra ad oggi. La strada prosegue poi nei due chilometri successivi
guadagnando un po' quota, poi la discesa (spettacolare in questo punto la valle
che si restringe con a fianco il bacino artificiale). Al km 91 presso la diga
la strada diventa pianeggiante, seguono alcuni avvallamenti e quindi un favorevole
falsopiano in leggera discesa. Alcune gallerie da superare lungo questo tratto,
di cui la più lunga di 800 metri (illuminata) al km 111,5 (comunque tutte
con marciapiede). La strada in questo tratto è molto paesaggistica. Giunti
in prossimità di Mostar seguire le indicazioni per il centro, al secondo
semaforo obbligo di svolta a DX e da qui, imboccando la 1° traversa a SX,
troverete già su una casa le indicazioni in inglese per l’ "Old
Bridge" (km 127). La via diventa presto ciotolata e al km 128 porta allo
Stari Most (Old Bridge), lo storico ponte ottomano, ora ricostruito, fatto saltare
dai croati nel novembre 1993. Attraversate dunque il ponte, spingendo la bici,
passando dalla sponda est, musulmana, a quella ovest, croata, dove abbondano gli
affittacamere a 15 € o affittaletti a 10 €. Il primo si trova 150 metri
dopo il vecchio ponte, dal nome Oscar. Se non trovate posto, proseguite andando
a SX alla prima strada (è un senso vietato) e percorretela per alcune centinaia
di metri. Troverete diversi “sobe” tra cui la Pension Vila Ossa dove
ho alloggiato: 15 € una camera con bagno.