Ascesa al Kilimanjaro - Salita al Kilimanjaro dalla Machame Route - Tanzania - Uhuru Peak - facile alpinismo internazionale
Mt. Kilimanjaro ascent details - Kilimanjaro: Machame Route - Tanzania - mountaineering in Africa - Uhuru Peak
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KILIMANJARO 2000

MACHAME ROUTE
KIBO - UHURU PEAK 5.895
Kilimanjaro National Park

SCHEDA TECNICA - ORGANIZZAZIONE - ASCESA ALLA VETTA - INFORMAZIONI GENERALI - COSTO

ASCESA ALLA VETTA

L'ascesa qui descritta è stata effettuata tra il 26 e il 31 Dicembre 2000 da
Alberto, Cristiana, Flavio, Giuseppe, Serena, Silvana, Stefano, Stefano (Steve)
+ il supporto di guide e portatori
salendo per la Machame Route e discendendo per la Mweka Route.

(fermarsi e cliccare su foto e mappe per descrizione e ingrandimento)

vie di ascesa - cliccare per ingrandire
Mappa regione
Kenya - Tanzania
versante sud - vie di ascesa - cliccare per ingrandire

  • 1° giorno: MACHAME GATE (1.800 m.) - MACHAME CAMP (2.980 m.)
  • 2° giorno: MACHAME CAMP (2.980 m.) - SHIRA CAMP (3.840 m.)
  • 3° giorno: SHIRA CAMP (3.840 m.) - LAVA TOWER (4.630 m.) - BARRANCO CAMP (3.950 m.)
  • 4° giorno: BARRANCO CAMP (3.950 m.) - BARAFU CAMP (4.550 m.)
  • 5° giorno: BARAFU CAMP (4.550 m.) - UHURU PEAK (5.895 m.) - MWEKA CAMP (3.100 m.)
  • 6° giorno: MWEKA CAMP (3.100 m.) - MWEKA GATE (1.800 m.) - MWEKA VILLAGE (1.500 m.)

    Primo giorno: 26 Dicembre 2000
    MACHAME GATE (1.800 m.) - MACHAME CAMP (2.980 m.) - 4 ore e 3/4

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    Ad Arusha abbiamo dormito al New Arusha Hotel - e.mail. L'albergo è un po' decadente, ma di indubbio fascino. L'albergo costa 70 $ USD la doppia compreso di colazione. Tramite la Parkways il prezzo convenzionato è di 17,5 $ USD a testa .
    Da Arusha per raggiungere il Villaggio di Machame, punto di partenza dell'omonima via di salita, ci vogliono circa 1 ora e mezza di auto (90 Km). Il villaggio di Machame è posto ad una quota di 1.500 metri, ed è da qui che generalmente si inizia l'ascesa e si ha il primo contatto con le guide e i portatori. Dal villaggio una strada sterrata prosegue attraverso piantagioni di caffè e bananeti fino all'entrata del Parco. E' possibile talvolta (come nel nostro caso), se la strada e la stagione delle piogge lo permettono, raggiungere direttamente in macchina il "Machame Gate"; punto di entrata al Parco del Kilimanjaro, portandosi così a quota 1.800 metri - cartina.
    Al gate sono posti in maniera molto visibile, pannelli in legno con scritta in giallo sui rischi che la salita comporta e i consigli sul da farsi per affrontarla nella maniera più sicura. Sono inoltre presenti dei bagni, una guardiola dove svengono svolte le formalità di entrata e di pagamento della tassa di entrata (se avete preso un pacchetto organizzato, questo sarà comprensivo nella cifra pagata) e due provvidenziali tettoie dove potersi riparare in caso di pioggia. Inoltre è possibile comprare mappe e testi descrittivi dell'ascesa, anche se a costi leggermente lievitati rispetto ad Arusha.
    Ci viene dato il sacchetto di viveri per il giorno: 2 tramezzini, un uovo sodo, una piccola banana e una arancia.
    Partenza ore 13:15. Sentiamo diversi tuoni di temporale prima della partenza, ma che sottovalutiamo causa la presenza di un caldo e rassicurante sole.
    Ore 13.30 forte temporale. Impareremo da subito che in questa stagione la perturbazione del primo pomeriggio è un classico e non va per niente sottovalutata. Conviene, anche se può sembrare poco marziale, portarsi un bel ombrello (come la guida, la vecchia volpe di Peter!). All'inizio il cammino è una strada sterrata che dopo circa 45 minuti diventa un sentiero.
    Discordanti sono le informazioni in nostro possesso circa i tempi di percorrenza di questa prima tappa, che variano dalle 4 alle 9 ore per percorrere circa 18 chilometri. Presto capiamo il perché. Il terreno è argilloso è diventa nei periodi piovosi, inoltrandosi nella foresta pluviale, dapprima scivoloso, poi fangoso ed infine un vero acquitrino. Tronchi e legni sul fondo del cammino aiutano ad non impantanarsi completamente. Utili possono essere i bastoncini telescopici, un paio di ghette e soprattutto dei buoni scarponi impermeabili. Di scarsa tenuta "stagna" si sono dimostrati gli scarponi da trek in pelle scamosciata, cordura e goretex utilizzati da alcuni componenti del gruppo. Direi più indicati gli scarponi in pelle con interno in goretex.
    Ben presto i portatori carichi dei nostri zaini e dei viveri per i futuri giorni ci raggiungono e ci superano. La guida, come avremmo nei giorni successivi appurato, chiude in coda al gruppo.
    Dopo circa 2 ore smette di piovere e ritorna caldo, ma non particolarmente umido. La foresta è veramente spettacolare e stupendi sono i paesaggi che si aprono dal fitto di questa sulle sottostanti pendici.
    Arrivo alle ore 18:00 dopo circa 4 ore e 3/4 - cartina.
    Il Machame Camp è posto a quota 2.980 metri, poco sopra il limite della foresta pluviale, in prossimità di un torrentello, purtroppo ridotto a qualche pozza stagnante (speriamo tutti che l'acqua che prossimamente berremo non venga da queste!). L'acqua corrente è comunque recuperabile 10 minuti a valle.
    L'area per campeggiare è dotata di numerose piazzole su terra nera, dove è facile piantare i picchetti; toilette alla turca e presso il bivacco del guardiaparco c'è la possibilità di comprare acqua, coca cola e birra. Una volta giunti al campo bisogna compilare il registro delle presenze.
    Bella la vista sul Kilimanjaro. Per vederlo bene, almeno in questa stagione, bisogna attendere l'alba o il tramonto.
    Il buio arriva verso le 19:00. Alle 19:30 ci viene dato del tè e alle 20:30 cena con zuppa ai funghi, spaghetti con sugo di funghi e carne, pane, papaia, arancia. Tè caldo al posto dell'acqua.
    Serata abbastanza calda. Il termometro non scende sotto i 5 gradi. Possibili al campo gli addensamenti di nuvole e nebbie. Più rara la possibilità di brinate notturne.

    foresta pluviale foto di gruppo - da sx: Giuseppe - Alberto - Stefano (Steve) - Silvana - Cristiana - Serena - Flavio - Stefano Machame Camp e Kilimanjaro sullo sfondo

    Secondo giorno: 27 Dicembre 2000
    MACHAME CAMP (2.980 m.) - SHIRA CAMP (3.840 m.) - 4 ore

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    Sveglia ore 07:00 con una tazza di tè che ci viene portata direttamente alla tenda. Il sole delle 08:00 è già caldo e permette alle tende di asciugarsi completamente dall'umidità notturna. Bellissima vista del Kilimanjaro dal campo.
    Colazione con tè, latte in polvere da disciogliere in l'acqua calda, pane, burro di arachidi, margarina, marmellata, würstel, frittata, cetrioli e pomodori a fette. E' possibile avere tè o acqua fredda (meglio potabilizzarla) per riempire le borracce. Nella giornaliera razione di viveri: 2 tramezzini, uovo sodo, 2 carote e 2 prugne.
    Partenza ore 09:15. Ben presto il cielo si fa un po' nuvoloso. Il trek di oggi è un facile cammino di circa 9 chilometri in direzione dell'Altopiano di Shira - cartina . La vegetazione lascia presto posto ad un deserto d'alta quota, fatto di piante grasse e arbusti a tratti bruciati da un recente incendio.
    Ore 11:50 a quota 3.500 circa - possibile zona campeggio con latrina e piazzole su terra (non segnalata sulla carta).
    Ore 12:10 quota 3.550 - torrentello con acqua scarsa e dopo pochi minuti una cascatella con acqua abbondante e limpida. Nebbia a tratti.
    Ore 12:55 si raggiunge lo Shiva Plateau e i suoi 3.700 m. Segue un tratto pianeggiante, tendente alla discesa (teoricamente di dolce salita leggendo la mappa).
    Ore 13:05 bel torrente con acqua limpida e 13:10 arrivo allo Shira Camp a 3.840 metri - cartina. La visibilità è ancora buona, ma presto scenderà la nebbia e incomincerà a piovere e a grandinare.
    Al campo alcune latrine e numerose piazzole su terra ed erba. Proibito piantare tende e campeggiare nelle grotte laviche sparse in zona. I portatori ci preparano come merenda tè, pop-corn e arachidi.
    Nel pomeriggio il tempo migliora permettendo una escursione sui vicini roccioni lavici. Bei panorami.
    Cena alle ore 17:00 con zuppa di funghi, riso, insalata cotta, pollo, ananas , pane , acqua calda per tè o per il latte.
    Ore 19:00, appena fatto buio, a letto. Temperatura giornaliera intorno ai 20 °, serale sui 7°.

    foto di gruppo Stefano allo Shira Camp Kilimanjaro dallo Shira Camp

    Terzo giorno: 28 Dicembre 2000
    SHIRA CAMP (3.840 m.) - LAVA TOWER (4.630 m.) - BARRANCO CAMP (3.950 m.) - 5 ore e 1/4

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    Sveglia ore 07:00 con il classico tè portato alla tenda. La vista del Kilimanjaro e del Meru è spettacolare. Con l'impegnativa tappa di oggi ci si sposta in direzione sud-est, si supera un passo a 4.600 m. e ci si riporta ad una quota simile alla notte precedente, cosa ideale per l'acclimatamento.
    Nella notte la temperatura è scesa sotto lo zero e le tende sono ghiacciate. Il caldo sole mattutino le asciuga velocemente.
    Colazione alle 08:00 con pane tostato, marmellata, frittata, würstel, acqua calda per il latte e tè.
    Riempimento delle borracce e consegna del pranzo: 2 tramezzini, uovo sodo, banana e arancia.
    Partenza ore 09:00. Ore 09:05 e 09:20 torrenti con acqua corrente e limpida.
    Ore 09:40 come ormai abitudine incominciano ad arrivare le nuvole. Paesaggio desertico e lavico con qualche arbusto.
    Ore 10:50 a quota 4.400 m. circa - si arriva in corrispondenza di un bel anfiteatro lavico.
    Ore 11:10 a quota 4.550 m. circa - possibile bivio: a sinistra per Lava Tower o a destra direttamente per Barranco Camp (deviazione presa dai portatori) - cartina 2.
    Ore 11.30 arrivo al Lava Tower Camp (4.600 m.), punto di partenza per coloro che tentano la via diretta al Kibo. Un possibile buon accampamento con acqua a disposizione nel vicino torrente. Numerose le tende (un folto gruppo di americani). Visibilità pessima con nuvole basse.
    Ore 11:50 arrivo al passo sotto la Lava Tower (4.630 m.), finalmente visibile. Anche qui alcune tende. Pausa pranzo funestata dopo poco dall'arrivo di una nevicata. Il paesaggio, in condizioni di bel tempo, deve essere veramente grandioso. Si passa attraverso una breccia naturale nella roccia lavica e si inizia la discesa verso il Barranco Camp - cartina - cartina 2.
    La discesa verso l'accampamento è veramente suggestiva con foreste di Seneci Kilimanjari e Lobelie, le tipiche piante di questa zona. Peccato per la nevicata che nel frattempo si è trasformata in pioggia e per la nebbia. Arrivo al Barranco Camp alle 14:15.
    L'accampamento è molto vasto e dispone di numerose piazzole su terra nera, di toilette alla turca e di un bivacco in lamiera (molto appartato, probabilmente per il guardiaparco).
    Merenda alle 15:30 con pop-corn, arachidi e tè. Cena alle 17:00 (nella nebbia) zuppa di verdure, carne, carote e fagiolini bolliti, purè di patate, tè e acqua calda. Alle 19:30 a letto sotto una leggera pioggia.

    in cammino Lava Tower arrivo al Barranco Camp

    Quarto giorno: 29 Dicembre 2000
    BARRANCO CAMP (3.950 m.) - BARAFU CAMP (4.550 m.) - 5 ore

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    Sveglia alle ore 07:00 con il tè. Il telo esterno delle tende è ghiacciato nella notte, ma il sole alle 08:00 riscalda già l'intero campo.
    Il luogo è veramente magico, con le foreste di Seneci, il canyon sottostante e la vista su tutta la valle e del Kilimanjaro...ed è un continuo scatto fotografico.
    Partenza verso le 09:20. Riempimento delle borracce e distribuzione del pranzo: panino con marmellata, ½ mango, 2 banane e un uovo sodo.
    Il Kibo inizia ben presto ad annuvolarsi. Si guadano subito 3 facili torrentelli dall'acqua limpida e il sentiero prosegue inerpicandosi verticalmente su una mulattiera sul fianco della montagna. Il paesaggio è grandioso. Sembra di rivivere le scene de "I predatori dell'Arca Perduta". Facili passaggi su roccia. Possibile intasamento di portatori e turisti nei punti un po' più impegnativi.
    Ore 10:00 - a quota 4.120 circa finisce la parte ripida, il sentiero prosegue poi per altri 20 minuti in maniera più soft fino al passo a quota 4.200 m. Purtroppo le nuvole non permettono la vista del Kibo e dei suoi ghiacciai.
    Da qui parte la via alpinistica per il Meim Glacier (11 ore per l'Uhuru Peak).
    Arrivo della nebbia. Inizia la discesa, si guadano 2 torrentelli con acqua ed in corrispondenza di un terzo, questa volta in secca, il sentiero riprende a salire (ore 11:00). Il paesaggio è lavico con cespugli e Seneci. Si risale ora un medio-ripido canalone detritico che costeggia un torrentello (possibile variante sulla destra, riportata dalla mappa di Giovanni Tombazzi che porta direttamente all'innesto con la Mueka Route, presa dai portatori). Risaliti il canalone ci si trova a quota 4.275 circa; segue poi un traverso a mezza costa su un altro canalone detritico in un leggero falsopiano in salita, fino ad un ripido e breve salto di rocce che porta a balzi a quota 4.400 m. Segue una breve discesa e una breve risalita che riportano nuovamente a quota 4.400 m. in corrispondenza dell'innesto con la Mueka Route (h. 13:00).
    Questa sale all'inizio molto lentamente, ore 13:40 - quota 4.450 m. e poi in maniera più incisiva fino a raggiungere il Barafu Camp a quota 4550 (ore 14.30) - cartina - cartina 2. Inizia a nevicare, alcune provvidenziali grotte laviche permettono un rifugio di emergenza. Il campo dispone di 2 bivacchi in lamiera utilizzati dai portatori per cucinare e dormirci, da toilette alla turca e da belle piazzole pianeggianti ricavate su un terreno lavico. Possibile che i picchetti si piantino con difficoltà.
    Nel campo NON C'E' ACQUA. Quindi i portatori devono portarsela a spalla fino in quota.
    La tappa percorsa è sicuramente la più bella di quelle fatte. Nel tardo pomeriggio il tempo torna bello e permette la vista del Kilimanjaro del Mawenzi - cartina 2.
    L'appetito, non ci manca. Ore 18:30 abbondante zuppa, maccheroni con salsa (buoni), pane, ananas, tè e acqua calda con latte in polvere. I tanto temuti problemi di acclimatamento sembrano non intaccarci. Qualche leggera sensazione di mal di testa ad uno del gruppo. Riempio già le borracce con acqua fredda (1 litro e ½ complessivamente) per l'indomani. Il sapore dell'acqua è orribile, ma ormai di tè caldo non ne posso più.
    Ore 19:30 tutti a letto. Sulle tende il primo velo di ghiaccio. La dormita (anche se sarà difficile prendere sonno) è prevista fino alle 23:00; orario in cui verremo svegliati per fare colazione prima di iniziare la salita finale.

    Barafu Camp e vista del Kilimanjaro Lobelia e Senecio Kilimanjari Foto di gruppo - sullo sfondo il Mawenzi

    Quinto giorno: 30 Dicembre 2000
    BARAFU CAMP (4.550 m.) - UHURU PEAK (5.895 m.) - MWEKA CAMP (3.100 m.) - 13 ore effettive

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    Il 5° giorno inizia in realtà alle 23:15 del giorno precedente con la sveglia ed una colazione a base di tè e biscotti secchi. La fame non è tanta, ma conviene mangiare perché presto serviranno tutte le energie possibili.
    La notte è stellata e si vedono chiaramente le luci di Moshi - cartina. Purtroppo la luna è solo al primo quarto. Con il plenilunio il paesaggio deve essere ancora più maestoso. La notte è tiepida, ma il telo della tenda è ghiacciato. Sarà forse per la voglia di salire che il freddo non si sente.
    Visto la temperatura intorno allo zero mi vesto con un sottotuta completo di micropile (da speleologia), pantavento in goretex, maglietta di micropile, giacca a vento in goretex, guanti e fascia copri orecchie e la pila frontale (portarsi tassativamente un cambio di batterie).
    Partenza alle 00:20 e ci precedono 2 altri gruppi di trekkers. Partiamo tutti 8 con 2 guide. Il sentiero parte subito ripido ma senza strappi e grazie al buio non ci si rende pienamente conto della cosa. Il fondo è compatto, fatto di sassolini lavici, sabbia e con alcune placche laviche (queste solo all'inizio). Rari i passaggi in cui bisogna aiutarsi con le mani. Utili i bastoncini telescopici , soprattutto con l'aumentare della quota. Il consiglio è di partire piano, cosa che forse noi non abbiamo fatto e di fermarsi a bere per compensare la perdita di liquidi ogni 20-30 minuti. La regola è bere poco ma spesso.
    Ore 01:50 raggiungiamo quota 5.000 m. || temperatura - 2,2°. Nessun problema.
    Ore 02:50 raggiungiamo quota 5.250 m. || temperatura - 4° . Nessun problema.
    Ore 03:50 raggiungiamo quota 5.425 m. || temperatura - 4°. Iniziamo i problemi. Nelle ore successive si verificheranno nel gruppo, episodi quali lievi problemi intestinali, nausea, forte sonnolenza, torpore e mal di testa. Diverse le soste, numerosi i cambi di batterie per la frontale, sempre più rari i discorsi e le battute. Qualche malumore sul ritmo di camminata tenuto.
    Solamente intorno alle 05:30 raggiungiamo quota 5.650. Siamo molto vicini allo Stella Point e con i primi chiarori riusciamo anche a vederlo fisicamente senza doverci basare sull'altimetro di Giuseppe e Flavio. Il sentiero sale su pendio ripido e le soste per prendere fiato sono continue. Decidiamo perciò di spezzare il gruppo. I più energici allungheranno il passo e aspetteranno allo Stella Point - cartina 3 - cartina. Con le prime luci il paesaggio appare subito grandioso. Guardando la vetta, sulla sinistra il fronte del ghiacciaio. Il ripido ghiaione detritico che ormai ci separa dal tanto agognato Stella Point assume tonalità rosse. Sembra di rivivere le immagini televisive di Marte.
    Alle 06:00 raggiungiamo quota 5.750 m. dello Stella Point e il gruppo si ricongiunge. La temperatura è di - 8°.
    L'alba è veramente bella. Spettacolare la vista del Mawenzi, del cratere del Kilimanjaro, dei ghiacciai circostanti e della curvatura dell'orizzonte terrestre. Da qui si vede anche l'Uhuru Peak (ovvero il punto più alto del Kibo), ora di un colore arancione acceso e ci si rende conto che ormai i dislivelli da superare sono minimi.
    E' qui che però molta gente rinuncia ...ma stringete i denti; da adesso in poi è questione solo di carattere.
    Ora, con una facile camminata in leggera salita si compie un giro a semicerchio sul largo bordo del cratere (un minimo di attenzione quando il sentiero costeggia un salto di roccia) fino all'altopiano finale, dove un cartello in legno ed una bandiera della Tanzania indicano che siete giunti sul Tetto d'Africa, che avete conquistato la vetta del Kilimangiaro e raggiunto l'Uhuru Peak (Picco Libertà) a quota 5.895 metri - cartina - cartina 2 - cartina 3.
    E' un bene che ci sia questo vistoso cartello, perché la vetta non è la classica sommità ben visibile, ma solamente la gobba dell'altopiano finale. Molto bella comunque la vista sul cratere sottostante e sui ghiacciai, di cui il più imponente ad un tiro di schioppo in direzione sud.
    La prima a raggiungere la meta è Serena alle 06.58 e di seguito tutto il gruppo (un po' allungato). Trascorreranno 3/4 d'ora prima che tutti si arrivi in vetta. La temperatura è di - 6°.
    Se non fosse per il termometro, direi che la temperatura è molto più alta. L'aria secca, il sole e la mancanza di vento permettono di rimanere tranquillamente in vetta. Portatevi una penna se volete aggiungere il vostro nome sul Registro delle Presenze, custodito in uno scatolone metallico.
    Scattiamo le foto di rito, baci e abbracci. La gioia è grande. Si sussegue l'arrivo degli alpinisti da entrambe le vie di salita (la Marangu e la Machame si uniscono all'altezza dello Stella Point).
    Personaggi incredibili da tutto il mondo. Ma non temete, non saranno mai troppi; infatti secondo le statistiche solamente il 10% dei pretendenti raggiunge la meta finale.
    Nella nostra ascesa non sono stati necessari l'utilizzo dei ramponi. Il limite teorico delle nevi è dallo Stella Point fino alla vetta. Avere informazioni attendibili circa lo stato delle nevi è alquanto problematico, almeno che non riusciate ad incrociare durante la salita al Barafu Camp alcuni alpinisti di ritorno dalla vetta, questo il giorno precedente all'ascesa; ma sarà difficile perchè gli orari sono dificilmente compatibili. Consiglierei di portare i ramponi in ogni caso (se non siete sicuri al 100%), perché a mio parere sarebbe veramente stupido dover rinunciare a 150 metri dalla vetta, solo per aver voluto limare su qualche etto di peso. Direi inutili corda, piccozza e imbrago visto l'assoluta mancanza di pericoli dallo Stella Point all'Uhuru Peak e per la poca pendenza di questo tratto.
    Ore 08:00 iniziamo la discesa. Alle 08:30 raggiungiamo lo Stella Point - cartina 3. Da qui con una interminabile discesa su sentiero o tagliando lungo la massima pendenza dei pendii detritici, perdiamo velocemente quota. La stanchezza è tanta e ogni volta che ci fermiamo per prendere fiato verrebbe voglia di sdraiarsi e addormentarsi. Con la luce del giorno ci si rende dei dislivelli superati nella notte e mi meraviglio di come li ho potuti affrontare, ora che la stanchezza è tale che dare tutto l'oro del mondo per essere nel mio sacco a pelo.
    Solo adesso (in tutta la Machame Route la pulizia del sentiero è totale) si trovano alcune bottiglie di plastica, pile, carta di barrette energetiche abbandonate da presumibili alpinisti esausti.
    Ore 10:20 raggiungiamo il Barafu Camp - cartina. Secondo il programma è prevista una sosta di un paio d'ore. Purtroppo però il tempo peggiora velocemente e inizia a nevicare. Nonostante l'incessante nevicata ripieghiamo le tende, ci rifocilliamo con una zuppa calda e iniziamo la discesa verso il Mweka Camp. Proviamo a chiedere alla guida se è possibile sostate per la notte al Barafu Camp e recuperare domani la semitappa non fatta. Purtroppo ciò non è possibile perché siamo già scarsi di acqua e dobbiamo per forza scendere a valle.
    Alle 13:30 partiamo e dopo 1 ora e mezza raggiungiamo sotto la pioggia l'High Camp, un accampamento intermedio non segnalato nella mappa. E' possibile comprare qui acqua, coca cola e birra presso il bivacco del custode.
    Il tempo migliora e il paesaggio diventa subito bello. A valle dell'High Camp si discende lungo il letto di un torrente in secca in mezzo a un paesaggio di piante, fiori, cespugli, con vista sulla foresta e sulle colate laviche. L'ultima parte è parecchio fangosa.
    Ore 16:30 arrivo al Mweka Camp - cartina. Il campo ha numerose piazzole su terra nera. Quasi impraticabili le toilette alla turca e il circondario ne risente!
    Possibile acquisto di acqua, coca cola e birra a 2.000 scellini tanzaniani (6.000 lire).
    Cena alle 18:00 con zuppa, crèpe, pane, spaghetti, insalata e patate cotte.

    alba dallo Stella Point dalla Vetta del Kibo - vista del cratere e dei ghiacciai Steve in Vetta!

    Tutti in Vetta! fronte del ghiacciaio sud Mueka Camp e sullo sfondo il Kilimanjaro
    Sesto giorno: 31 Dicembre 2000
    MWEKA CAMP (3.100 m.) - MWEKA GATE (1.800 m.) - MWEKA VILLAGE (1.500 m.) - 4 ore e 1/4

    Sveglia ore 07:00. Colazione con pane fritto, crèpe, marmellata e anguria, tè e acqua calda.
    Partenza ore 08:45 con destinazione il Mweka Camp. Subito a valle dell'accampamento inizia la foresta pluviale. Il sentiero è argilloso, quindi nei periodi di pioggia diventa viscido e fangoso. In alcuni punti il continuo passaggio ha creato delle profonde impronte dove il passaggio è praticamente obbligato. Utili i bastoncini telescopici, come nella prima tappa. Dopo circa 4 ore si raggiunge il gate - cartina. La camminata avviene in un contesto bellissimo, ma ormai la voglia di arrivare supera la grandezza del posto.
    Al cancello di uscita è possibile comprare bevande e magliette al costo di 10 $ USD. Obbligatoria prima dell'ultima fatica fino al villaggio di Mweka, la firma del Registro delle Presenze.
    A questo punto o al massimo il giorno seguente, la guida vi rilascerà il "certificato" che attesta l'avvenuta "conquista del Tetto d'Africa".
    Ormai dalla meritata doccia e dal New Arusha Hotel ci separano solamente una novantina di chilometri in macchina.

    Un ultimo pensiero ai portatori e a ciò che essi si meritano e si aspettano, per tutto quello che loro hanno fatto per noi e per aver contribuito a rendere possibile questa piccola o grande impresa che sia.

    un tramonto, per i più romantici tutta la Banda! paesaggi africani


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