Da Stuga a Tetovo è il tratto di strada teoricamente più a
rischio - è infatti qui che vive la comunità albanese a volte in antagonismo con il governo di Skopje.
Segue ora il testo di una vecchia guida della Yugoslavia
del Touring Club Italiano, dalla quale abbiamo preso spunto e percorso il medesimo itinerario,
ma in senso inverso:
<<Itinerario studiato per il turista desideroso di conoscere una delle
zone più appartate della Yugoslavia, tra gli alti monti a cavallo del
confine albanese, ove più genuini sono i carattere della fiera terra
macedone. Nella prima parte, una breve sosta merita la cittadina di Tetovo (destinazione
finale della prossima tappa).
Dopo Gostivar comincia il tratto più spettacolare, nelle orride gole
della Mavroska e poi dello Crni Drim. Si va tra monti severi per lunghissimo
tratto, talora in vista del territorio albanese, talora lungo azzurri bacini
artificiali, fin allo splendido lago di Ohrid, un piccolo mare interno dalle
rive fiorite e chiuso in una chiostra di altissimi monti >>.
Prima di partire contattai tramite mail l'Ambasciata italiana a Skopje, la quale mi consigliò di evitare questa zona. Noi non abbiamo trovato nessun problema a percorrerla, alcuni posti di blocco e il divieto di sostare in prossimità delle dighe e di fotografarle sono le uniche anomalie. In ogni caso ...siete avvisati!
Se poi la situazione tra le due comunità
non dovesse essere tranquilla una volta arrivati in zona, questa può essere facilmente bypassata passando per Ohrid
- Bitola (da vedere i resti romani dell'antica Heraclea) - Titov Veles - Skopje.
Si costeggia il lago fino a Stuga (696 m.). Lasciata questa si percorre la valle del Crni Drim. La valle è
verdissima e si susseguono una serie di laghi artificiali e relative dighe.
Fortissimo vento contro.
Poco prima di Lukovo la prima diga e poi la discesa fino in paese.
Qui il primo check point dell'esercito macedone: controllo dei passaporti e
qualche amichevole chiacchierata in un inglese stentato.
Dopo il posto di blocco c'è uno spaccio (rispetto a tutto l'itinerario
balcanico questa è la zona più selvaggia. Non esistono quasi punti
di ristoro).
Tra Lukovo e il secondo lago la valle si restringe tra alte pareti di roccia
e boschi.
Al Km. 45 in corrispondenza della seconda diga altro controllo militare. Idem
come sopra.
Continuano i saliscendi. Al Km. 48 una fonte - Km. 54 Dzepiste (700 m.) - Km. 67 Debar (649 m. - poco
prima di questa cittadina altra diga).
Al Km. 74 deviazione sulla destra per il Monastero che si raggiunge dopo un
chilometro di una ripida salita a tornanti.
Il Monastero di Jovan Bigorski (fondato nel sec. XI) non era la nostra iniziale
meta di tappa, ma il forte vento ci ha di fatto molto rallentati; a posteriori è stato meglio così.
Come ogni struttura religiosa ha una zona foresteria. La sistemazione è
spartana in camere comuni. Il Pope, trattandoci da signori, ci ha ospitato in una camera
da 3 ...ma questa non è la regola. In teoria è possibile cucinarsi
qualcosa nella cucina a disposizione dei forestieri ...se avete i viveri per
farlo; i bagni sono invece in condizioni abbastanza precarie.
Il costo del pernottamento è stato di 8 euro per 3 persone ...un'offerta
maggiore è poi sempre gradita!!!
ITINERARIO E TAPPE | TAPPA PRECEDENTE | TAPPA SUCCESSIVA |